La Fara celebra la dichiarazione
di indipendenza della Padania
“Oggi più che mai è necessario ricordare la proclamazione dell’indipendenza della Padania”. La Fara, associazione culturale dedita alla diffusione del federalismo e dell’autodeterminazione dei popoli, ricorda il 28esimo anniversario di fondazione della Padania con un manifesto celebrativo che sarà affisso in diversi paesi della Brianza. Il 15 settembre 1996, alle ore 17, milioni di padani formarono una catena umana da Pian del Re a Venezia: chi in presenza, chi alla radio, ascoltarono la proclamazione della Padania da parte dell’onorevole Umberto Bossi e giurarono fedeltà alla Repubblica Federale Indipendente. “Ricordiamo questo evento non perché nostalgici – sottolinea Alessio Anghileri, presidente de La Fara – ma perché convinti che in questa fase storica, in cui non c’è una rappresentanza politica del Nord, sia doveroso da parte nostra cercare di tramandare la storia dei nostri territori”.
Autonomia differenziata:
quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
Se ne parla tanto, ma in pochi sanno realmente cosa sia l'autonomia differenziata: La Fara, in collaborazione con l’Associazione Gilberto Oneto e il movimento Nuova Costituente, organizza una serata di approfondimento per capire quali sono e che impatto avranno i provvedimenti contenuti nella legge per l’attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Relatore dell'incontro sarà il professor Alessandro Vitale, coautore di “I concetti del Federalismo” e assistente scientifico di Gianfranco Miglio.
Incontro "Il Nord sulla stampa:
serata di approfondimento a Biassono
In che periodo storico si è cominciato a parlare di Padania sulla stampa? Dove va il Nord? Ha un senso l’autonomia oggi dopo 30 anni di annunci? E come vota la Padania oggi? A queste e altre domande ha risposto Stefania Piazzo, fondatrice de La Nuova Padania, ospite al convegno organizzato dall'associazione La Fara il 3 maggio a Biassono. Una interessante serata di approfondimento dal titolo "Il Nord sulla stampa".
Passate le elezioni, gabbata l'autonomia
Noi stiamo con il Veneto!
La Regione Veneto anticipa l’autonomia fiscale inserendo nella sua legge di bilancio un articolo secondo cui alcune tasse pagate in ritardo dai veneti tornino nelle casse della Regione anziché finire allo Stato… E il governo romano per tutta risposta che fa? In settimana ha impugnato la decisione del Veneto. Oltre il danno c’è anche la beffa: il provvedimento di stop è stato infatti firmato dal ministro agli Affari Regionali Roberto Calderoli che sta elaborando l’autonomia differenziata. Pare una barzelletta, invece c’è da piangere. Specie se si pensa che la Regione Veneto ha approvato la legge di bilancio il 23 dicembre 2022 e fino a oggi, periodo elettorale compreso, nessuno aveva avuto da dire… Dai ministri della Salvini Premier tante parole in campagna elettorale e pochi fatti per l’autonomia. Anzi adesso gli remano pure contro. Noi stiamo con Zaia che ha annunciato di voler arrivare fino alla corte costituzionale per difendere gli interessi dei veneti.
"L'è culpa del Manzoni"
Convegno e concerto a Biassono
“Risciacquar i panni in Adda”: a Biassono si celebra il processo ad Alessandro Manzoni. Nel 150° anniversario della morte, le celebrazioni in onore dello scrittore proseguono ininterrotte senza alcuno spunto critico, senza la minima necessità di riconsiderare la figura e l’operato di questo letterato milanese, milanesissimo, che pur tuttavia ha votato la sua intera vita alla più ferrea toscanizzazione del suo linguaggio, proponendolo poi a modello per tutti i cittadini del regno. Per riflettere su questo progetto di “italianizzazione forzata”, le associazioni culturali La Fara e Gilberto Oneto, gruppi che valorizzano la cultura del territorio e promuovono l’Autodeterminazione dei popoli, insieme al movimento federalista Nuova Costituente, organizzano l’incontro dal titolo “L’è culpa del Manzoni” in programma sabato 7 ottobre 2023. L’evento, patrocinato dal Comune di Biassono, si sviluppa in due momenti aperti al pubblico e ad ingresso libero: un convegno dalle 16.30 alle 19.00 nella sala civica Cattaneo in via Verri 14, e un concerto nel cortile della vicina Cà Bossi, in via Umberto I, a partire dalle 21.00. “Era possibile fornire al nuovo regno un modello linguistico differente, più rispettoso della diversità e della ricchezza linguistica che componeva il nuovo stato? Era possibile fornire anche solo un modello linguistico magari più milanese, più lombardo?”: il convegno si propone di rispondere a queste domande e di analizzare l’operato di uno scrittore considerato il padre della moderna lingua italiana che in realtà ha trascorso una ventina d’anni per scrivere e riscrivere un unico romanzo. La riflessione si allargherà poi al contesto degli intellettuali del Risorgimento, “complici del Manzoni”, per arrivare al panorama politico attuale. Dalla colonizzazione letteraria a quella economica e sociale: i riflettori saranno puntati su altri modelli che vengono oggi imposti dall’alto alle realtà territoriali fino a chiederci "Ma i lombardi seguiteranno a sgobbare e sopportare qualunque abuso?". Dopo il convegno, a partire dalle 21.00, andrà in scena il concerto dei Lombard Street dal titolo “Promessi e Promesse”, opera rock ispirata dai “Promessi Sposi” del Manzoni: sarà l’occasione per “risciacquar i panni in Adda” a suon di in lingua lombarda.
Il Nord è rimasto orfano di un partito,
ma non è orfano di idee
28 marzo 2023 Il Giornale di Carate ha pubblicato una lettera aperta scritta da Alessio Anghileri, presidente de La Fara. Ecco il testo: Egregio direttore, com’era facile immaginare, passate le elezioni per la Regione Lombardia è tornato un assordante silenzio sulla questione settentrionale e sull’Autonomia. Il Nord, oggi, è rimasto purtroppo orfano di un partito, un sindacato che ne difenda gli interessi e ne promuova i valori. Ma non è orfano di idee. Come si è visto a Biassono lo scorso 15 ottobre, dove si sono riuniti autonomisti, federalisti e secessionisti che non vogliono arrendersi, un raduno che dimostra due cose: la prima è che ci sono le condizioni per ripartire e non può essere un incidente di percorso a fermare la libertà del Nord; la seconda è la necessità di far nascere un nuovo movimento che si muova in modo democratico e collegiale a cui il tempo darà un leader che attualmente non ce n’è. Dal 1984 al 2004 grazie all’intuito e alla lungimiranza di Umberto Bossi i popoli del Nord hanno preso coscienza di essere una nazione senza stato, su tutti ricordo la più grande manifestazione indipendentista del secolo scorso, andata in scena il 15 settembre 1996. Ricordo anche la riforma costituzionale (devoluzione) del 2006 bocciata dai popoli italiani, ma approvata al Nord con maggioranza assoluta in Lombardia e Veneto. Se la Lega ha cambiato direzione, diventando con la Salvini Premier un partito nazionale che si è allontanato dal Nord, è solo perché ci si è affidati a una classe politica che ha messo al primo posto la propria carriera. Ci sono però realtà che tengono ancora accesa la brace della speranza coltivata in quel entusiasmante ventennio (1984-2004) che ancora arde sotto la cenere, come l’associazione La Fara, nata nel 2015 nel cuore della Brianza con l’obiettivo di mantenere vivi e di continuare a parlare di valori come l’Autodeterminazione e il Federalismo. La Fara Non si è mai occupata di potere (anche se a volte sono capitate le occasioni) e continua a lavorare con passione e non si arrenderà fin quando il Nord conquisterà la sua Libertà. Per riuscire a scalare questa montagna a mani nude è necessario che tutti facciano la loro parte. La Fara non offre poltrone, per questo la vecchia classe dirigente politica difficilmente aderirà, ma si propone di essere una casa dove continuare a coltivare quel sogno per quelle migliaia di militanti che hanno messo il cuore, tanto lavoro e speranza nel progetto: la Fara ti aspetta per contribuire a mettere a frutto quei 20 anni entusiasmanti. ALESSIO ANGHILERI (Presidente associazione La Fara)
Astensione di massa alle regionali,
specchio della delusione del Nord:
è ora di scendere in campo
Lo abbiamo detto a Biassono nell’adunata degli autonomisti dello scorso 15 ottobre e lo hanno confermato le elezioni in Lombardia: è tempo di costruire un nuovo contenitore politico che possa aggregare quei milioni di elettori che non votano più. Il Nord è sprovvisto di un sindacato che si occupi di territorio, artigiani, commercianti, piccola e media imprenditoria, partite iva e lavoratori dipendenti: persone pulite, oneste, trasparenti che si alzano la mattina presto per andare a lavorare e far prosperare la propria famiglia e il proprio territorio. Persone che, a fronte di fatica e sacrifici, non vedono in cambio la possibilità di progredire e soprattutto non hanno una qualità di servizi che meriterebbero perché gran parte del frutto delle fatiche non rimane sul territorio, ma va a finanziare altre aree d’Italia. Padania significa questo, essere più vicini al territorio e più lontani da Roma. Padania significa valorizzare radici e cultura di un popolo che si fonda sul lavoro e sul merito. E chi vuole il bene della Padania non deve guardare né a destra né a sinistra, ma a nord per essere padroni a casa nostra. Federalismo significa responsabilità, concorrenza tra i territori e la concorrenza produce efficienza e meritocrazia. Dopo l’ennesima delusione per la scarsa offerta politica proposta dalle forze in campo alle scorse elezioni regionali è necessario ripartire da quei valori che hanno reso le nostre terre all’avanguardia europea. Fin dalla sua nascita La Fara lavora per sottolineare chi siamo, promuovere i valori del Nord, del federalismo e continueremo questo percorso consci che ogni goccia, anche la più piccola, può contribuire a far traboccare quel vaso in cui da troppo tempo siamo rinchiusi, verso la libertà. La Fara sarà la casa di chi crede degli ideali dell’autodeterminazione e del federalismo: invitiamo chiunque voglia impegnarsi in modo serio per concretizzare questi ideali a unirsi a noi.